venerdì 31 dicembre 2010

Il patriottismo borsistico e la diversificazione internazionale

Gli investitori in azioni di qualsiasi paese sono fortemente orientati verso gli investimenti nazionali (home country bias). Le ragioni di questo fenomeno sono state oggetto di numerosi di¬battiti. Qualsiasi cenno al fatto che le azioni nazionali permettano di adempiere più agevolmente agli obblighi valutati nazionali incide ben poco. La misura appropriata dello squilibrio (mismatch) è data dal grado in cui le attività rischiose (quali titoli azionari nazionali o esteri) sono correlate a quelle esenti da rischi, che nel caso di un investitore a lungo termine sono rappresentate dai titoli di stato indicizzati all'inflazione. Sebbene le azioni nazionali possano correlarsi meglio ai titoli di stato nazionali rispetto alle azioni internazionali, non costituiscono di fatto un'attività di tipo safe haven adatta a un investimento a lungo termine. A spiegare gli orientamenti a favore dei mercati nazionali vi sono la familiarità e l'abitudine, così come l'errata interpretazione del contributo del rischio valutario. In molti paesi questo patriottismo borsistico è una questione fondamentale della gestione del rischio. Tuttavia, la dimensione e la portata del mercato statunitense dimostrano che gli investitori con un portafoglio ben diversificato in azioni USA avrebbero già ottenuto buona parte degli utili da diversificazione offerti da un approccio globale all'investimento. Sebbe¬ne gli investitori statunitensi possano realizzare ulteriori utili da diversificazione investendo in titoli internazionali, il contributo, derivante da tali guadagni, in termini di efficienza non è altrettanto ampio quanto per gli investitori in altri paesi (lo stesso può essere detto per il mercato azionario paneuropeo: a fine 2005, secondo i dati Citigroup, il mercato aziona¬rio statunitense rappresentava il 47% di quello globale, mentre l'Europa ne costituiva il 27%).
Spesso la diversificazione per area geografica non costituisce il problema più serio da affrontare in fase di predisposizione della strategia d'investimento. In altre parole, in molti paesi le questioni inerenti alla diversificazione azionaria internazionale sono di gran lunga più rilevanti per i suoi investitori di quanto non lo siano per quelli statunitensi. Ad esempio, nel caso degli investitori con un'esposizione azionaria ben diversificata unicamente in titoli azionari USA, i possibili vantaggi di riduzione del rischio, legati alla diversificazione in azioni internazionali non USA, sarebbero irrisori rispetto al potenziale rischio assunto nel caso in cui la scadenza degli investimenti a reddito fìsso non fosse allineata con l'orizzonte temporale dell'investitore. Un tema ricorrente di questo libro è che la strategia d'investimento dovrebbe essere adeguata, almeno a grandi linee, agli obiettivi dell'investitore, alla sua tolleranza al rischio e alle sue preferenze. Salvo che, nel caso dei portafogli azionari di tipo cash flow matching, la precisione nell'individuazione della strategia adeguata è mera utopia. L'investimento sui mercati internazionali è un'area in cui è spesso difficile distinguere le diverse opinioni sulle strategie all'interno dell'elevato numero di strategie d'investimento adeguate. Ciò nonostante, la differenza diventa notevole se si considerano i dati sulle performance. Il che lascia spazio a una certa flessibilità, che permette che le preferenze "più viscerali" dell'investitore influenzino legittimamente la sua politica. E quindi essenziale che i consulenti comprendano quando le considerazioni sul rischio rappresentano una guida chiara su che cosa sia oppor¬tuno o meno per un dato investitore. Nell'ambito degli investimenti sui mercati internazionali esiste una gamma di strategie diversificate adeguate, ragion per cui sarebbe inopportuno suggerire che ve ne sia una in particolare chiaramente superiore ad altre. Ad esempio, i vantaggi derivanti dalla diversificazione degli investimenti internazionali sono sempre esposti al rischio di ottenere rendimenti minori. Fare qualche piccolo investimento internazionale avvicinerebbe di molto l'investitore a quella che verrebbe considerata una strategia "ottimale".