martedì 28 dicembre 2010

Programmi di incentivazione dei dirìgenti d'azienda

I portafogli concentrati nei conti previdenziali a contribuzione definita di cui sopra si distinguono dalle posizioni azionarie concentrate accumulate dai dirigenti, come ricompensa dei traguardi raggiunti, attraverso i piani di incentivazione aziendale.
Le partecipazioni detenute nel piano previdenziale rispecchiano la volontà dei singoli di comprare o detenere le azioni e si differenziano dalle gratifiche percepite dai dirigenti per il raggiungimento di determinati obiettivi. I portafogli azionati concentrati posseduti dai dirigenti rappresentano dunque una partecipazione degli stessi alle attività della società in qualità di dipendenti o di imprenditori. L'esposizione acquisita è finalizzata quindi all'allineamento degli interessi del singolo con quelli della società. Una prospettiva del tutto diversa da quella delle operazioni di risparmio, come la partecipazione a un piano previdenziale.
In un piano di remunerazione azionaria dei dirigenti può essere accumulato un patrimonio considerevole, nel caso in cui il singolo o l'azienda registri dei successi. E a questo punto
che assumono un certo rilievo proprio la gestione patrimoniale e il rischio: due aspetti invece del tutto insignificanti nelle fasi iniziali del processo. Per tale ragione, le preoccupazioni sul miglior modo di gestire una posizione azionaria concentrata dei dirigenti rappresentano un dilemma per così dire invidiabile.
La posizione azionaria di un dirigente è spesso soggetta a limitazioni alla vendita di natura sia formale che informale. Laddove un portafoglio vincolato costituisca una parte sostanziale del patrimonio dell'investitore, il consulente finanziario potrebbe suggerire il ricorso all'assunzione di un prestito contro garanzia di tale portafoglio, per permettere di investire altrove. Qualora la posizione concentrata non sia coperta, l'indebitamento non ridurrà l'assunzione del rischio, ma aumenterà il potenziale di accumulo di ricchezza, ampliando il portafoglio complessivo degli investitori, anche se a costo di una maggiore volatilità. La possibilità di un'improvvisa diminuzione della ricchezza viene aumentata e non diminuita dal prestito contro garanzia di un portafoglio azionario concentrato non protetto e con l'investimento del suo controvalore in un'esposizione diversificata al mercato azionario. Per molti consulenti finanziari è fondamentale fornire assistenza nella gestione delle posizioni azionarie concentrate. Queste rappresentano infatti un'assunzione di rischio fecaliz¬zata, fattore che va preso seriamente in considerazione al mo¬mento dell'allocazione di altri investimenti finanziari. Spesso ciò implica che gli investimenti aggiuntivi adatti a investitori il cui patrimonio finanziario sia dominato da una posizione azionaria concentrata siano rappresentati da partecipazioni in titoli a reddito fìsso di alta qualità, o safe haven (rifugio sicuro), al fine di ancorare almeno una parte della ricchezza nell'orizzonte temporale adatto alle loro esigenze. La stessa regola si applica quando il rischio d'investimento specifico di una società è costituito da un titolo azionario quotato oppure da un'impresa a gestione familiare non quotata. È probabile che gli investimenti finanziari supplementari,presi singolarmente, abbiano un profilo d'investimento prudente, indipendentemente dal fatto che la tolleranza per il rischio dei detentori lo sia o meno. La ragione risiede nel fatto che la loro ricchezza complessiva è dominata dall'esposizione volatile ai titoli azionari della propria attività.