martedì 18 gennaio 2011

Il rischio di mercato del private equity

In tutti i paesi la gamma di aziende private è ampia: nella maggior parte dei casi si tratta di società di piccole dimensio¬ni, ma ve ne è una quota anche di grandi. Lo sviluppo dei gruppi di private equity, che controllano importi ingenti del patrimonio degli investitori, ha portato all'affermazione di grandi conglomerati industriali e commerciali privati che controllano le aziende private nei settori più disparati dell'economia globale.
Le aziende private spesso appaiono simili a quelle quotate, loro concorrenti. Ma questo non significa che i rischi per gli investitori siano paragonabili a quelli del mercato azionario. La prima differenza è rappresentata dall'illiquidità e dalla maggiore difficoltà a trasferire parte della proprietà in una società privata di quanto non lo sia in un'azienda quotata in borsa. La seconda è data dal fatto che si riscontrano degli squilibri sistematici nelle caratteristiche delle società private rispetto a quelle quotate (ad esempio, le prime saranno più presenti tra quelle di piccole e medie dimensioni). Ciò nondimeno si potrebbe pensare che il rischio intrinseco o la volatilità del loro valore aggregato possa essere ampiamente paragonabile a quello delle società quotate.
Ci si può fare un'opinione al riguardo osservando la volatilità della più grande società quotata al mondo, il cui care business è la gestione di un portafoglio diversificato di private equity. Si tratta del Gruppo 3i, quotato alla borsa di Londra. Verso la fine degli anni '90, 3i presentava una volatilità pari a circa la metà della volatilità dell'intero mercato azionario britannico. Nel
corso del 2000 la situazione cambiò notevolmente con l'inizio della fase ribassista del mercato azionario e la volatilità dei prezzi del portafoglio diversificato di private equity aumentò fino a essere due, tre volte quella del mercato azionario britannico. Si tratta di un andamento che avrebbe rispecchiato l'esperienza di molti investitori di private equity, poiché lo squilibrio nei confronti delle nuove società tecnologiche divenne una caratteristica di molti fondi di private equity, soprattutto in quelli di venture capitai. Il fatto che tutto ciò sia effettivamente successo non sorprende più di tanto, poiché lo squilibrio verso le ultimissime novità sarà sempre una caratteristica predominante e un rischio degli investimenti in early-stage venture capital.